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martedì 21 luglio 2020
La nota congiunta di Provincia di Ravenna e Comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme sulla variante generale del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive e la cava di Monte Tondo: AVVIATO UN PERCORSO TRASPARENTE PER DEFINIRE UNO STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE CONDIVISO.
"L'obiettivo - ha dichiarato il Sindaco Giorgio Sagrini - è contemperare le istanze di tutela ambientale e paesaggistica e le esigenze produttive ...a salvaguardia dei posti di lavoro e del futuro economico dei nostri territori"
Il testo della nota congiunta di Provincia di Ravenna e Comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme:
"Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme, in merito alla Cava di Monte Tondo, hanno intrapreso un percorso trasparente che consentirà di arrivare, nei termini di legge, alla definizione di uno strumento di pianificazione condiviso, a garanzia della sostenibilità ambientale e socio-economica delle scelte riguardanti il polo di Monte Tondo, nell’interesse delle comunità di quel territorio.
Vista l’importanza regionale del sito, le Amministrazioni comunali interessate e la Provincia si sono rivolte alla Regione per attivare la verifica e l’aggiornamento dello studio risalente ai primi anni duemila sulle modalità di coltivazione ottimali applicabili al polo estrattivo del gesso. Aggiornamento che sta alla base della previsione del vigente Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE).
È questo il primo passaggio, indicato dalla Provincia e dai comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme, per dotarsi di un quadro tecnico adeguato sul quale poter poi sviluppare un’ampia attività di partecipazione e di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, al fine di definire quali esigenze produttive ed occupazionali possano essere compatibili con quelle di tutela ambientale e paesaggistica, anche in relazione con il sistema del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Nel corso del 2017 la Provincia ha provveduto ad eseguire la verifica quinquennale del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) e ne ha riconosciuto la validità fino al 2023.
L’Art. 6 c.9 della L.R.17/1991, Disciplina delle attività estrattive, prevede inoltre che il PIAE sia sottoposto a verifica generale almeno ogni 10 anni e che alle relative procedure si dia avvio almeno 2 anni prima della scadenza. La Provincia di Ravenna nei tempi sopra indicati ha avviato l’iter per la Variante Generale al PIAE, che dovrà corrispondere ai contenuti ed ai criteri previsti dalla L. R. n° 17/1991.
Obiettivo della Variante Generale al PIAE sarà quello di prevedere il soddisfacimento dei fabbisogni di materiali (argilla, ghiaia, sabbia e gesso) al 2031, garantendo la sostenibilità ambientale delle previsioni.
Un importante ambito oggetto di valutazione sarà proprio quello in cui ricade la cava di gesso di Monte Tondo, ubicata nella Vena del Gesso Romagnola.
La Cava di Monte Tondo è stata indicata - fin dal 1989 - come “polo unico” estrattivo del gesso in Emilia-Romagna. Questo aspetto – per le sue implicazioni di ordine economico e occupazionale - unito al valore ambientale e paesaggistico della Vena del Gesso Romagnola, ha reso necessaria fin dai primi anni 2000, la definizione di specifiche “modalità di coltivazione ottimali applicabili al polo estrattivo del gesso”.
La previsione di coltivazione indicata dal PIAE vigente si è sviluppata, infatti, attraverso la predisposizione di uno studio, redatto in quegli anni, i primi anni duemila - poi recepito dal PIAE - sul quale si è sviluppata un’importante attività di partecipazione e coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, compresi i portatori di interessi collettivi e dell’associazionismo.
La Provincia sta predisponendo l’aggiornamento del quadro conoscitivo - attività propedeutica alla variante generale al PIAE - sul polo estrattivo di Monte Tondo che rappresenta una situazione specifica, sia in termini ambientali che produttivi".
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