Una
strategia di contrasto dell’esodo, del calo demografico, ovvero una strategia
che permetta di creare condizioni utili al mantenimento dei servizi e alla
qualità dell’azione amministrativa si può realizzare se continuerà a crescere e
consolidarsi l’Unione dei Comuni, alla quale abbiamo dato vita nel 2000 con
Brisighella e Riolo Terme e, dal 2012, con gli altri Comuni della Romagna
Faentina (Faenza, Castel Bolognese e Solarolo).
Un’Unione
che, per come l’abbiamo intesa e voluta, è lo strumento per gestire servizi e
funzioni amministrative in forma associata – in condizioni di maggiore
efficienza, specializzazione ed economicità, con standard di qualità e quantità
omogenei tra i diversi Comuni - nel rispetto e nel mantenimento delle
prerogative istituzionali e di responsabilità amministrativa degli organi
democraticamente eletti (Sindaco, Giunta, Consiglio comunale).
Vanno
in questo senso – nel senso del riconoscimento dell’autonomia delle singole
municipalità, nella comune responsabilità di condividere e promuovere politiche
di sviluppo e di programmazione sovracomunale - le modifiche allo Statuto dell’Unione, approvate recentemente dopo un’intensa
fase di confronto e approfondimento.
Da
parte nostra opereremo per la qualificazione di tutti i servizi alla
popolazione, cogliendo al meglio le opportunità rese possibili dalla gestione
associata di servizi e funzioni nell’Unione dei Comuni e porteremo avanti la
realizzazione di alcuni importanti provvedimenti e soluzioni organizzative:
2.1 –
Coesione territoriale
Dotare
l’Unione di un “Servizio per le politiche di sviluppo della montagna”
L’area
dell’Appennino faentino comprende importanti emergenze naturali e ambientali –
130 kmq di boschi, i complessi forestali
demaniali dell’Alto Senio e dell’Alto Lamone affidati alla gestione dell’Unione
dei Comuni tramite convenzione con la Regione, 38 kmq del Parco regionale della
Vena del Gesso Romagnola, una vasta rete sentieristica – e un esteso territorio
rurale, in area collinare e montana, dove operano oltre 550 aziende agricole,
che rappresentano più di 1/3 del totale delle imprese.
Questi
dati ci dicono quanto grande sia il potenziale ambientale, naturale ed
economico che esprime il territorio dell’Appennino faentino, un potenziale da
tutelare e da promuovere.
Pensiamo che il
Servizio politiche forestali ed ambientali dell’Unione dei Comuni debba essere
ulteriormente qualificato e rafforzato, e
strutturarsi come vero e proprio “Servizio per le politiche di sviluppo
della montagna”,
perché avere sempre maggiori competenze e professionalità interne potrà
consentire all’Unione di:
· tutelare al meglio il
patrimonio forestale e l’assetto idrogeologico del territorio montano, cogliendo tutte le opportunità
di finanziamento dei bandi del PSR, le risorse messe ogni anno a disposizione
dai fondi per la tutela della Risorsa idrica e dal Programma triennale per la
manutenzione del Patrimonio indisponibile forestale regionale, altri fondi di
provenienza regionale e nazionale.
Opereremo quindi per il rinnovo della convenzione tra Unione dei Comuni e Regione
Emilia-Romagna per la gestione del demanio regionale e, particolarmente,
del patrimonio forestale in esso ricadente, rinegoziandone le condizioni economiche.
· valorizzare e
promuovere il territorio montano dell’Unione, in stretto raccordo con l’Ente parco
e con la società di promo-commercializzazione turistica Imola-Faenza (IF) e, in
prospettiva, di assistere gli operatori economici nella partecipazione ai bandi
del Programma regionale di Sviluppo Rurale (PSR) o del GAL L’Altra Romagna.
Portare
avanti politiche di sviluppo dedicate alla parte collinare e montana della
Romagna Faentina è il modo per riconoscere le differenze presenti con i Comuni
di pianura, al fine di valorizzarle e farne un’opportunità di progresso
economico e sociale per tutti i cittadini dell’Unione.
L’Ufficio
politiche europee
Con
l’Unione della Romagna Faentina siamo riusciti a dotarci di un Ufficio politiche europee per la
realizzazione di progetti da candidature ai bandi europei e coordinare
l’attività del Comune con la programmazione comunitaria.
È
un punto di forza da portare avanti e qualificare ulteriormente, per
programmare in anticipo i progetti da candidare sui diversi bandi e le
opportunità di finanziamento a livello europeo. L’Ufficio politiche europee è
per noi una priorità strategica da
presidiare e valorizzare.
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