Il comunicato diffuso dalle Organizzazioni Sindacali CGIL CISL UIL sullo studio della cava di Monte Tondo
27 ottobre 2021
Serve un tavolo di confronto per
analizzare gli scenari evidenziati dallo studio uscito negli ultimi giorni
Nei giorni scorsi è stato reso
pubblico lo studio commissionato dalla Regione per valutare le varie
ipotesi riferite all’area estrattiva del gesso sulla cava del Monte Tondo
nei pressi di Borgo Rivola di proprietà della Saint Gobain. Manca la
voce dei lavoratori e la ricaduta occupazionale di una eventuale
chiusura del sito e le valutazioni di chi abita nel territorio.
Le organizzazioni sindacali del
settore insieme alle RSU del sito si sono riunite in assemblea con i
lavoratori per fare il punto della situazione ed uscire in modo
condiviso sulla vicenda.
La cava e lo stabilimento di
lavorazione del gesso per la produzione di cartongesso occupano in maniera
diretta 83 persone, in massima parte residenti nei comuni della vallata, a
questi vanno aggiunti i lavoratori dell’indotto e il contributo economico che
la permanenza dello stabilimento dà in termini di ricchezza al territorio.
Lo studio prevede diversi scenari, tra i quali (sarebbe quello raccomandato
dalla commissione) vi è anche la chiusura della cava, opzione B, nei
prossimi anni. In tale opzione si fa riferimento alle eventuali ricadute
sociali, evidenziando anche percorsi di trasformazione dell’attività
aziendale (produzione di materiali a base di solfati) e/o percorsi di
accompagnamento alla pensione dei lavoratori coinvolti, fino ad
ipotizzare un riassorbimento di diversi lavoratori in attività turistiche
delle quali tutt’ora non vi è la minima traccia.
La sensazione che deriva dalla
lettura dell’opzione B consigliata dalla commissione “suer partes” è che
la perdita dei posti di lavoro sia un “danno collaterale” tutto
sommato sopportabile!
Questa conclusione per noi è
inaccettabile, si devono trovare soluzioni che salvaguardino il futuro
delle famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nella cava e
nell’indotto.
Il parco della Vena del Gesso ed il sistema carsico della zona hanno un valore
che nessuno mette in discussione e che deve essere preservato e
valorizzato anche con la candidatura a sito UNESCO; questo deve avvenire
mantenendo l’esistenza della cava con tutte le valutazioni e precauzioni
del caso in ottica conservativa e di ripristino delle aree via via
dismesse.
La chiusura della cava porterebbe ad
un grave danno economico per la vallata con inevitabili ripercussioni
anche sul parco, una vallata “povera” e spopolata diventa un ambiente non
curato e abbandonato. Inoltre la chiusura del sito, anche con le dovute
azioni di ripristino porterebbe ad una situazione di inevitabile degrado
della zona nell’area industriale coinvolta.
La situazione che si sta venendo a
creare preoccupa molti le OO.SS. e i lavoratori coinvolti e le prospettive
per il futuro di centinaia di famiglie.
A tal fine, oltre che continuare a confrontarci con la Direzione Aziendale per
tutelare al meglio l’occupazione, riteniamo che sia necessario al più
presto convocare un tavolo di confronto istituzionale con le
Amministrazioni Locali e con la Regione Emilia Romagna prima che si
prendano decisioni in merito alla coltivazione del gesso nell’area del Monte Tondo.
Riteniamo che il tema debba essere
trattato con un percorso condiviso nel territorio.
FILCA FENEAL FILLEA Provincia Ravenna
RSU Saint Gobain
Assemblea lavoratori Saint Gobain
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